Written by Administrator di Leonardo Cecconi PISTOIA – Alle ore 12 c’è stata la tanto attesa conferenza stampa per la presentazione ufficiale del nuovo acquisto in casa Giorgio Tesi Group, Diego Fajardo, esperto giocatore spagnolo dal passaporto anche italiano, che ha vissuto tante stagioni da protagonista nella massima serie del nostro campionato. Fajardo va a completare un roster, già competitivo e questo la dice lunga sulla volotà della società biancorossa di giocare i play off con un ruolo da protagonista. Le dichiarazioni, sempre colorite, del presidente Roberto Maltinti danno l’esatta misura dell’euforia in casa biancorossa. “Presentiamo questo grande giocatore che dovrà essere un aiuto per il nostro finale di campionato. Pensiamo di essere ancora più forti con Diego; siamo un gruppo di soci matti e quando si parla di vincere si apre la vena”. Uno dei principali estimatori e fra quelli che più hanno spinto verso l’acquisto di Fajardo, c’è Maurizio Carrara, uno dei maggiori sponsor della società, che ribadisce quanto forte sia la volontà in casa biancorossa di vendere cara la pelle in questo finale di stagione. “L’arrivo di Diego è il segno che la società vuol giocare i play off da protagonista; quella che forse era una piccola lacuna si va a completare con un giocatore importante. Il messaggio è chiaro, Pistoia c’era prima e c’è oggi e vuol giocarsi i play off fino in fondo.” Presente anche il ds Giulio Iozzelli che viene sollecitato sulle qualità tecniche del giocatore. “L’acquisto di Fajardo è un segnale che viene dato; tecnicamente è un professionista che ha giocato talmente tante stagioni importanti, che tutti lo conoscono e non ha bisogno di grandi presentazioni. Alla luce della gara di ieri sera (la sconfitta con Brescia, ndr) Diego ci può dare esperienza, fisicità e cattiveria, che forse soprattutto quando affrontiamo squadre fisiche, talvolta ci viene a mancare. I play off ti impongono di giocare spessissimo e aumentare le rotazioni è fondamentale. Adesso la rosa è anche quantitativamente importante e per l’allenatore sarà forse più difficile gestire la squadra. Speriamo che Diego si cali subito nello spirito del campionato e della squadra, ma dobbiamo costruire tutto passo dopo passo come lo scorso anno.” Umile, ma consapevole, esperto, ma ancora molto carico e voglioso di conquistare qualcosa di importante, Diego Fajardo si presenta con grandi motivazioni e la giusta dose di equilibrio fuori dal campo, ma di grande presenza fisica sul parquet. “Ho finito la stagione a Marzo –esordisce lo spagnolo, in un perfetto italiano- e iniziato l’avventura in Iran sapendo che era un campionato che finiva prima e che mi avrebbe magari permesso di trovare successivamente un’altra squadra in Europa. Ho riposato un po’ di tempo, ma dopo aver giocato tante partite nel campionato iraniano, avevo voglia di calarmi in un’altra realtà. Quando il mio procuratore mi ha detto che c’era questa possibilità, non ci ho pensato molto. Sapevo che la squadra voleva lottare per salire e quindi c’erano tutti i presupposti per decidermi in questo senso.” “Conosco Galanda già come avversario e poi come compagno in 2 periodi diversi; sia a Milano, con una squadra fatta per vincere e poi con Varese. Sono sempre stato un giocatore 4/5, ma col passare degli anni sono diventato un po’ più interno, anche perché con l’età non hai più l’atletismo di prima. Mi posso adeguare a tutti i ruoli e non credo ci siano grandi problemi. Arrivando in Aprile, in una squadra dove esistono già equilibri, devi entrare in punta di piedi senza creare sbilanciamenti. Non ho bisogno di strafare per guadagnarmi contratti perché ormai mi conoscono tutti, l’unica cosa sarà di far capire che ci sono, che sono una presenza e sono qui per aiutare la squadra. Sono un agonista, un giocatore molto caliente e quando sono in campo mi trasformo e devo controllare la “bestia” che è in me. Avrò 2/3 settimane per mettermi nella miglior condizione.” Ieri sera ha seguito la squadra nella brutta trasferta di Brescia, ma una partita sola dei suoi nuovi compagni è troppo poco probabilmente per dare un esatto giudizio sulle possibilità della squadra. “Era la prima volta che entravo al palazzetto di Brescia, in quanto è uno dei pochissimi in cui non ho mai giocato ed era la prima gara che vedevo dal vivo; non è facile fare delle conclusioni anche perché una partita è poco per giudicare. Ci sono diverse cose importanti nei play off, quindi alle volte esistono sorprese perché una squadra, che durante l’anno non ha avuto una annata buonissima, può succedere che sorprenda tutti e viceversa. Anche se sei primo o secondo e giochi contro l’ottava devi essere sempre attento; non è una lotteria, perché alla fine le partite le giochi e se devi fare quello che devi hai più probabilità di vincere. Devi saper gestire energie, sforzi e capire chi saper utilizzare al meglio. Appena finisce una gara non puoi pensare nemmeno 2 ore a quella gara, ma trovare subito le energie per affrontare le partite successive.”