Firenze. Abbandono scolastico, un problema serio a Prato, almeno per quanto riguarda gli studenti di origine straniera. Lo certificano i dati dell’Osservatorio scolastico provinciale secondo i quali nella città e nella provincia al centro dell’area metropolitana che unisce Firenze con Pistoia il tasso di abbandono scolastico è di 18,9, superiore a quello medio regionale (18,6) e molto superiore a quello della media europea (14,1). Ed è anche per questo che ieri la giunta regionale ha approvato una proposta di progetto in risposta a un bando europeo (“Progress 2012“) che finanzia risposte innovative a bisogni sociali con particolare riferimento proprio alla prevenzione dell’abbandono scolastico precoce. La delibera, su iniziativa diretta del presidente della Regione Toscana, prevede un cofinanziamento regionale (pari a 400 mila euro) nel caso di approvazione del progetto da parte dell’Europa: un milione di euro è la richiesta di finanziamento avanzata dalla Regione alla Commissione Europea. Vengono identificati dieci partner, pubblici e privati, che affiancheranno Regione Toscana, capofila dell’iniziativa: Provincia di Prato, PIN (Polo Universitario) di Prato, Cesvot, Astirforma, Irecoop Toscana, Pegaso network della cooperazione sociale in Toscana, Iris ricerche, Istituto per la Ricerca Sociale (Milano). Coinvolti anche due soggetti stranieri: la spagnola Casal des Enfants del Raval (Barcellona) e il belga Reves Network (Bruxelles). Con una durata prevista di 36 mesi, il progetto (“Choice: Empowerment paths against drop out“) punta a individuare, nell’area pratese, “approcci innovativi per sperimentare e misurare l’efficacia di percorsi di prevenzione” (ma anche di “aggancio” e di “accompagnamento mirato”) per i giovani a rischio di abbandono scolastico, soprattutto quelli che frequentano la terza media e il primo anno delle superiori. Il contesto che affida a Prato la palma di provincia drop out per l’effettivo completamento degli studi scolastici è, ovviamente, l’elevata presenza di popolazione straniera. A oggi, in quella provincia, vivono circa 250 mila abitanti di cui ben 188 mila nel perimetro del Comune capoluogo che è la terza città, dopo Roma e Firenze, dell’Italia centrale. La crescita di popolazione (più 30 mila unità dal 1976 al 2010) è leggibile soprattutto attraverso l’incremento della popolazione straniera (quasi la metà di origine cinese) arrivata a registrare una presenza di 33 mila persone nel territorio provinciale (di cui 28 mila residente in Prato città con una incidenza del 15%). Un territorio giovane (età media 42 anni e un tasso di natalità del 9,8) con un tema in evidenza su tutti: quello delle seconde generazioni e, dunque, della scuola. Nell’anno 2010/11, secondo i dati dell’Osservatorio Scolastico pratese, gli alunni stranieri iscritti nelle scuole della provincia sono stati quasi 7 mila (6.971 pari al 19,7% della popolazione scolastica complessiva) e quella di Prato è la prima provincia in Italia per incidenza di alunni stranieri sul totale degli iscritti. La peculiarità più importante è data dal fatto che gli alunni di origine cinese hanno superato le 3 mila unità e che i tassi di abbandono scolastico sono superiori, come detto, a quelli medi sia toscani che italiani. Soltanto il 26% degli studenti stranieri iscritti al primo anno della scuola secondaria di secondo grado, nell’anno scolastico 2002/03, è riuscito a conseguire un diploma contro il 74,5% degli studenti di nazionalità italiana. Un quadro, oltretutto influenzato, dalla profonda crisi economica dell’ultimo quinquennio: tanto che emerge il fenomeno cosiddetto “dello scoraggiamento” (le tante persone, in particolare giovani, che non cercano neppure più un lavoro perché convinte di non trovarlo). Tonando a “Choice“, il progetto – se finanziato dall’Europa – svolgerà non solo attività preventive, sull’abbandono scolastico, rivolte alla totalità della popolazione scolastica (i circa 2.500 studenti delle terze classi dei 21 istituti secondari della provincia di Prato), ma selezionerà un campione (1.000) di studenti a forte rischio abbandono: a 500 di essi si applicheranno in modo diretto le azioni innovative del progetto, seguendoli con percorsi personalizzati a scuola e in famiglia, mentre gli altri costituiranno il gruppo di controllo per la cosiddetta “valutazione controfattuale”. Dispersione scolastica: dall’Europa a Prato. I dati generali sulla dispersione scolastica (in pratica i giovani che lasciano la scuola senza essere in possesso di un adeguato titolo di studio) li fornisce “Tecnostruttura“, organismo tecnico della Conferenza delle Regioni per seguire il Fondo Sociale Europeo (il report più aggiornato è al novembre 2012). Nell’ambito della strategia Europa 2020 la Commissione Europea aveva posto l’obiettivo, da raggiungere entro il 2020, della riduzione al 10% del tasso di abbandono scolastico. In Italia, come in molti Paesi dell’UE, l’obiettivo è lungi dall’essere raggiunto: nel 2009 il tasso di abbandono medio europeo era pari al 14,4% mentre l’anno successivo (2010) l’Italia si collocava ben oltre la media europea con un tasso di abbandono precoce dei 18-24enni che sfiorava il 20% (18,8%). Nel 2011 si è registrato un lieve miglioramento (al 18,2%) ma l’Italia resta pur sempre oltre la media europea. Il dato relativo alla Toscana, cioè la quota dei giovani toscani che abbandonano in modo prematuro gli studi, ci colloca al 18,6% e dunque sopra la media nazionale. Peggio della Toscana stanno la Puglia (19,5%), la Campania (22%), la Sicilia (25%), la Sardegna (25,1%) e la Valle d’Aosta (22,4%). Particolarmente virtuosa la Provincia autonoma di Trento con un tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10% (9,6%), ma nella limitrofa provincia autonoma di Bolzano la percentuale vola al 18,2%. In tutte le regioni italiane (tranne in Umbria) abbandonano di più i maschi rispetto alle femmine. In ciascuna delle province toscane operano i singoli Osservatori Scolastici, organismi di supporto statistico e conoscitivo per tutti i soggetti che operano nel mondo scolastico. Tornando a Prato, le stime ci dicono che in quella provincia su 100 giovani si diplomano in 73 e di questi solo 18 si laureano (l’obiettivo di “Europa 2020″ è invece, per i diplomati, del 40%). Quasi la metà degli studenti stranieri a Prato (il 45,0%) ha abbandonato prematuramente gli studi (il 65,8% dei cinesi contro il 33,8% degli alunni stranieri di altre cittadinanze) mentre tra gli studenti italiani la percentuale di abbandoni è pari al 17,9%. (M.B.)