di Sandro Ciardi* L’ultimo dei più importanti appuntamenti fieristici, Première Vision, è ormai al termine ed i tempi sono quindi maturi per un consuntivo di questa stagione di manifestazioni espositive. Una stagione, va detto, che nasceva con handicap significativi dovuti ad un calendario lontano dall’ottimale: Munich Fabric Start e Milano Unica quasi esattamente coincidenti, Première Vision sovrapposta sia ai festeggiamenti del capodanno cinese che alle sfilate a New York. Difficile quantificare quanto l’irrazionale collocazione temporale – solo in parte, va detto, frutto di scelte ma in qualche caso praticamente obbligata – possa aver danneggiato la partecipazione alle fiere, ma è certo che sia opportuno un ripensamento su questo aspetto. Nonostante questo, comunque, ritengo che il plotone pratese, in gran parte costituito da imprese del nostro consorzio, possa dirsi soddisfatto. Non tutte le fiere sono andate nello stesso modo: se Première Vision ha dato soddisfazioni un po’ a tutti e anche Milano Unica, partita leggermente in sordina, è andata bene, Monaco è stata più in chiaroscuro. Tuttavia il bilancio finale è certamente buono, un’iniezione di fiducia e positività di cui avevamo bisogno. Prato ormai ha pienamente “sdoganato” la propria dimensione estiva: fino a pochi anni fa l’eccezione, ora le collezioni primavera-estate sono la norma. E altre novità si stanno affacciando all’orizzonte: ad esempio le collezioni uomo, ancora infrequenti ma con segnali di crescita. Il nostro punto di forza continua ad essere prima di ogni cosa il prodotto: sempre nuovo ed allineato alle richieste di mercati inediti, con proprie specificità alle quali abbiamo imparato ad andare incontro. Ma questo non significa che non ci stiamo muovendo anche sul piano commerciale e organizzativo, sia come singole imprese che come consorzio. Il prossimo appuntamento sarà a marzo Milano Unica Cina: una fiera giovanissima ma ormai per noi obbligata, vista la priorità che abbiamo stabilito di dare alla penetrazione commerciale nel mercato cinese. Stiamo guardando con interesse anche ad opportunità come quella rappresentata dal progetto Fashion Valley: va data la massima attenzione a tutto ciò che può valorizzare le competenze del distretto e la sua capacità produttiva. Una capacità produttiva che – rispetto al passato – è tanto ridotta quantitativamente quanto variegata qualitativamente. *presidente consorzio Pratotrade