Firenze. Cercare di documentarsi su possibili segnalazioni che provengano dalle varie località interessate ai “tagli”, già subiti o possibili in futuro, e chiedere un incontro con il direttore provinciale di Poste italiane spa per capire quali sono i prossimi programmi dell’azienda. E’ con queste due proposte avanzate da Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana (Unione dei comuni e degli enti montani), alla terza commissione consiliare della provincia di Firenze, che si è conclusa l’audizione di stamani sul tema delle recenti chiusure degli uffici postali. Prima di chiedere alla commissione queste iniziative, Giurlani ha rifatto la recente storia delle chiusure annunciate e poi parzialmente ridimensionate da parte di Poste spa, un argomento che ha visto il presidente di Uncem sempre in prima linea, essendo moltissimi degli sportelli interessati ubicati in piccole località montane. Giurlani ha ricordato che nel primo piano si paventavano chiusure di ben 174 uffici nella sola Toscana perché non corrispondevano ai criteri di economicità. La decisione si è poi assestata su 74 (dei quali 8 nella provincia di Firenze): ”Chiusure, sia chiaro – ha precisato Giurlani – concordate a livello nazionale con il Ministero competente e con i sindacati”. Come dire che Poste non ha scelto in perfetta solitudine. Resta il fatto che l’azienda monopolista del settore non ascolta le proteste e le proposte degli enti locali. “Spesso i sindaci non vengono neppure informati con qualche giorno di anticipo, come dovrebbe accadere, della dismissione degli sportelli – ha sottolineato ancora Giurlani – Alcuni hanno pure fatto ricorso ma non sappiamo se questa strada porterà da qualche parte. Aspettiamo di vedere cosa accadrà in questi casi per poi, eventualmente, intraprendere la stessa azione in modo diffuso”. L’incontro di stamani si è chiuso con una breve illustrazione di un’iniziativa congiunta Uncem-Regione che non sostituisce gli sportelli degli uffici postali ma che può essere un aiuto per i cittadini delle località colpite dalle chiusure. “Il progetto si chiama ‘Ecco fatto’ – ha spiegato Giurlani – e viene effettuato con personale del servizio civile. E’ un presidio e un punto di riferimento sul territorio per l’espletamento di numerosi servizi di particolare utilità. Con Poste spa lavoriamo per capire se sarà possibile svolgere anche alcuni dei loro servizi, laddove non esistono più sportelli”.