FIRENZE – Il Servizio studi di Intesa San Paolo ha realizzato per la Cassa di risparmio di Pistoia e della Lucchesia, il monitoraggio dei Distretti della Toscana al 31 dicembre scorso, sull'andamento dell’export in 18 distretti toscani: Pelletteria e calzature di Firenze; Oreficeria di Arezzo; Tessile e abbigliamento di Prato; Concia e calzature di Santa Croce sull'Arno; Abbigliamento di Empoli; Cartario di Capannori; Vini del Chianti; Calzature di Lucca; Marmo di Carrara; Tessile e abbigliamento di Arezzo; Pelletteria e calzature di Arezzo; Florovivaistico di Lucca e Pistoia; Olio di Lucca; Mobile imbottito di Quarrata; Olio di Firenze; Calzature di Lamporecchio; Ceramica di Sesto Fiorentino; Mobili di Poggibonsi-Sinalunga, a cui si aggiunge anche il Polo Farmaceutico della Toscana. Nel 2012 i distretti industriali tradizionali della Toscana si sono confermati tra le realtà più di successo sui mercati esteri nel panorama manifatturiero italiano. Grazie ad una crescita del 6,5%, tra le più elevate nel mondo distrettuale, il Made in Tuscany ha superato gli 11 miliardi di euro di export, recuperando interamente quanto perso durante la crisi. La crescita è diffusa alla maggior parte delle realtà distrettuali toscane: solo sei distretti su diciannove sperimentano una contrazione delle esportazioni. Tra questi spicca per importanza il distretto del tessile di Prato (-5,1%) che perde circa 77 milioni di euro di vendite estere rispetto al 2011. Ancora male il mobile di Quarrata (-10,1%) e la ceramica di Sesto Fiorentino (-13,2%). All’altro estremo hanno registrato risultati in forte espansione la pelletteria e calzature di Arezzo (+33,4%), l’oreficeria di Arezzo (+16.3%), il marmo di Carrara (+11,4%), la pelletteria e calzature di Firenze (+8,4%) e i vini del Chianti (+8%). Queste realtà vincenti sono riuscite a catturare le opportunità presenti sui mercati internazionali al di fuori dell’area euro. I mercati più tonici delle esportazioni distrettuali toscane nel 2012 sono stati (in ordine di importanza): Stati Uniti (+17,2%), Emirati Arabi Uniti (+55,9%), Hong Kong (+12%), Regno Unito (+7,9%), Cina (+11,8%) e Giappone (+20,4%). Al termine di una elevata volatilità delle vendite all’estero nel corso dell’anno, il polo farmaceutico toscano registra, a consuntivo 2012, una debole crescita delle esportazioni (+2,1%) grazie, soprattutto, al mercato francese che consente di compensare i bruschi crolli verso Germania e Brasile. I segnali confortanti che emergono nel quadro complessivo delle esportazioni dei distretti toscani nel 2012 non dissipano completamente le ombre relative ad un mercato del lavoro locale che continua a soffrire la forte debolezza della domanda interna: la CIG nei distretti toscani, nonostante la buona evoluzione dell’export, è rimasta su livelli elevati ed è fortemente aumentata nelle realtà locali più in difficoltà sui mercati esteri e più dipendenti dall’evoluzione del mercato italiano. Non conforta a questo proposito l’incremento che emerge nei dati dei primi due mesi del 2013, che segnalano come l’anno appena iniziato sarà ancora una volta caratterizzato dalla necessità di rafforzare ulteriormente la crescita sui mercati internazionali. Anche per il distretto nautico della Versilia, a cui è dedicato un focus, il 2013 si presenta come un anno non facile. Il distretto, uno dei più importanti poli della nautica italiani e mondiali, specializzato nella produzione di superyacht, è stato fortemente colpito dalla crisi finanziaria e stenta a riprendere quota. Le imprese del distretto, che formano un denso reticolo di soggetti specializzati in diverse lavorazioni e fasi della produzione, hanno fortemente sofferto il calo della domanda, mostrando risultati reddituali in diminuzione ancora nel 2011 a causa soprattutto del peso dei costi fissi e della ridotta rotazione del capitale indotta dalla crisi. I dati relativi alle esportazioni del 2012, dopo un biennio favorevole, evidenziano un nuovo calo (-43%) che ripropone con forza il problema della capacità in eccesso nel distretto.