Pistoia. La vera notizia è che tutte le sigle delle associazioni imprenditoriali di categoria hanno organizzato una manifestazione in comune, superando divisioni e sospetti. Così, martedì sera alle 21, artigiani e industriali, commercianti, imprenditori del verde si ritroveranno a Palazzo Balì per discutere su come uscire dalla crisi, idee sullo sviluppo, sul ruolo del credito, sulla necessità di ridurre i carichi fiscali. Perché la situazione toscana è vicina al collasso, come testimoniano i dati di Unioncamere Toscana che ha compiuto un studio sulla congiuntura di metà anno sulla situazione dell’artigianato toscano. Secondo questo studio, le imprese artigiane, generalmente caratterizzate da una minor proiezione all’estero, hanno subìto in pieno il contraccolpo derivante da un mercato interno fortemente contratto. Da notare però che anche il nucleo delle imprese esportatrici si è confrontato, nei primi sei mesi del 2012, con uno scenario globale meno favorevole rispetto al biennio 2010-2011, soprattutto relativamente ai mercati esteri di maggior prossimità e di più facile accesso per imprese di piccole o piccolissime dimensioni come quelle artigiane. Ne deriva un bilancio dei primi sei mesi del 2012 che registra, per l’artigianato toscano, un nuovo deciso peggioramento delle performance economico-produttive, che s’innestano su una situazione di difficoltà ormai più che decennale. Quanto ai dati, fra gennaio e giugno, il fatturato delle imprese artigiane manifatturiere è diminuito dell’11,4%. La flessione ha interessato tutti i principali segmenti di attività, risultando più sostenuta nel tessile-maglieria-abbigliamento (-16,4%) e meno accentuata nella concia-pelletteria-calzature (-6,5%). Da segnalare il crollo del 19,3% del volume d’affari delle imprese artigiane operanti nel settore edile. A prescindere dal settore di attività, continuano ad affrontare meglio la crisi le realtà più strutturate. Il gruppo delle imprese che ha fatto registrare un aumento del proprio fatturato si è dunque fortemente assottigliato rispetto alle precedenti rilevazioni, attestandosi al 6,1% nel caso del manifatturiero – era il 17,6% nel primo semestre 2011 – ed al 3,6% nell’edilizia. La capacità di competere sui mercati internazionali resta tuttavia, anche in questa fase, un fattore in grado di “fare la differenza” nelle performance registrate: fra le imprese artigiane manifatturiere esportatrici, infatti, la quota d’imprese con fatturato in aumento (11,4%) è pari ad oltre il doppio rispetto a quanto rilevato per il gruppo delle non esportatrici (5,3%). La prolungata riduzione dell’attività, e conseguentemente dei ricavi, affrontata da molte imprese artigiane, insieme alle sempre maggiori difficoltà sul fronte dell’accesso al credito (i prestiti alle imprese artigiane, al netto delle sofferenze, sono diminuiti di un ulteriore 7% rispetto al primo semestre del 2011), stanno incidendo ormai anche su fattori di natura “strutturale”. Cala innanzitutto la propensione ad investire: nell’ultimo biennio la quota di imprese con programmi di investimento in corso è infatti diminuita dal 14,7% (I semestre 2010) all’8,4% (I semestre 2012) nel manifatturiero, e dal 10,4% al 3,2% nell’edilizia. In secondo luogo si riduce la natalità delle imprese (fra il 1° luglio 2011 ed il 30 giugno 2012 le iscrizioni di aziende artigiane al Registro delle Imprese sono infatti scese sotto “quota 10 mila”, dopo aver toccato quasi 12 mila unità a cavallo del 2006-2007), mentre tende ad aumentare la mortalità (le cessazioni, al netto di quelle d’ufficio, sono cresciute di oltre 400 unità rispetto all’analogo periodo del 2011), con il risultato che da giugno 2011 a giugno 2012 il saldo fra ingressi ed uscite è stato negativo per 1.534 unità, determinando una riduzione del tessuto imprenditoriale artigiano dell’1,3%. La terza conseguenza investe infine gli aspetti occupazionali, con una diminuzione dal primo semestre 2011 allo stesso periodo del 2012 degli addetti operanti nelle imprese artigiane toscane del manifatturiero e dell’edilizia di circa 5.400 unità (-2,9%), che sale a 7.300 (-4,0%) se si considera il saldo imprenditoriale negativo verificatosi nel periodo, per i tre quarti nell’edilizia (-5.500 addetti, pari al -6,5%) e per la parte restante nel manifatturiero (-1.800 addetti, pari al -1,8%). Soprattutto a causa di un 2013 che si prevede critico nell’Euro-zona e in Italia, dove la ricchezza prodotta è stimata ancora in calo (-0,7% le proiezioni per il prossimo anno), le aspettative degli imprenditori artigiani toscani rimangono orientate in senso negativo, oltre che in deciso peggioramento rispetto a quanto rilevato un anno fa. Il saldo percentuale fra previsioni di aumento e di diminuzione del fatturato, con riferimento al secondo semestre del 2012, subìsce infatti una drastica caduta, collocandosi a -33 punti percentuali nel caso del manifatturiero ed a -47 nel caso dell’edilizia. Il clima di fiducia degli operatori appare dunque tuttora fortemente compromesso, alimentando un nuovo possibile inasprimento anche degli indicatori occupazionali.