PISTOIA – Quindici arresti emessi stamani dall’autorità giudiziaria, per 12 cittadini albanesi,di età compresa fra i 20 e i 26 anni, 2 italiani, over 40, e 1 rumeno, e altri tre decreti di perquisizione domiciliare all’interno dell’operazione antidroga “Rewind” incentrata sul monitoraggio dello spaccio di eroina a favore di acquirenti minorenni fra Pistoia e Pescia.
Tre di loro, tra cui il cittadino albanese ritenuto a capo della rete di spaccio, risultano ancora a piede libero, molto probabilmente in Albania, mentre gli altri sono già stati condotti in varie carceri della Toscana. Le indagini che hanno portato agli arresti partono nel 2011, come prosecuzione dell’operazione “Mangiafuoco” iniziata un anno prima all’interno della quale erano già stati individuati e arrestati spacciatori di eroina che rifornivano ragazzi, soprattutto minorenni. Il costo proibitivo della droga veniva aggirato adottando un metodo non convenzionale: i ragazzi fumavano la droga dopo averla sciolta nella carta stagnola. In questo modo una dose veniva a costare più o meno quanto uno spinello (intorno ai 20 euro) considerata anche la qualità della stessa, proveniente dalla rotta turco-albanese: scene che ricordano la povertà delle banlieue romene, dove a venir sniffata era la colla chiusa dentro un sacchetto di plastica (ben ricordato nel film Pa-ra-da). In quell’occasione furono 19 le persone arrestate, ma subito dopo il personale della squadra mobile, coordinato dal dott. Antonio Fusco, si rese conto che la rete non era stata smantellata completamente. Grazie ad un paziente lavoro di ricostruzione dei flussi di spaccio condotto nel primo semestre del 2011 dal Procuratore Giuseppe Grieco con intercettazioni telefoniche e ambientali che portò a 10 arresti in flagranza di reato e il sequestro di 1 kg di eroina, gli agenti della squadra mobile, assieme ai colleghi del commissariato di Pescia, sono così riusciti a individuare l’intera nuova rete di spaccio di eroina attiva nelle province di Prato e Pistoia che aveva come suo principale canale di approvigionamento un cittadino albanese che direttamente dall’Albania disponeva le consegne avvalendosi della collaborazione della fidanzata e di alcuni referenti nelle città di Milano, Brescia e Padova.
“La richiesta partiva dai referenti su Prato e Pistoia – come ha spiegato stamani il vice questore aggiunto Fusco – che tramite Skype o altri strumenti web contattavano il cittadino albanese a capo della rete che a sua volta contattava la fidanzata e il suo galoppino milanese presso cui avveniva il ritiro della merce. Gli arresti sono scattati su tutto il territorio italiano: uno a Teramo, spacciatore già noto per esser sfuggito all’arresto durante un controllo a Bologna, due a Montemurlo, uno a Fucecchio, uno in carcere a Lucca e uno nella provincia di Pistoia. Sempre nella provincia lucchese abbiamo individuato un buttafuori di un night club che spacciava cocaina e che abbiamo scoperto essere lo zio di uno degli spacciatori che rifornivano Prato e Pistoia”. I luoghi pistoiesi dove lo scambio di droga avveniva con più regolarità erano le vie limitrofe a piazza della Sala per i consumatori adulti e il giardino di Monteoliveto per quelli più giovani, mentre nel pesciatino erano il lungo Pescia, la zona di Ponte Buggianese e Montecatini. “Si trattava – come ha affermato la dirigente del commissariato di Pescia, Raffaella Papaccioli – di una vera catena di contratti co.co.pro fra spacciatori che partiva dall’albania e arrivava sul nostro territorio”. Per i tre spacciatori non ancora arrestati la squadra mobile ha avviato un’operazione congiunta con la polizia locale albanese, come già avvenuto per altri casi recenti come l’omicidio di don Mario a Tizzana.