ROMA– L’acceso dibattito sul posizionamento della centrale del 118 di area vasta non accenna a placarsi dopo le sfuriate e le tante lettere rimbalzate sulla stampa nel mese di agosto.
A dare voce a chi sostiene che Pistoia sia la scelta più ragionevole e meno dispendiosa sono due parlamentari del Pd, Caterina Bini ed Edoardo Fanucci. La centrale 118 di Pistoia è ai primi posti a livello nazionale per funzionamento ed efficacia degli interventi, necessita di risorse inferiori per essere funzionale per l’area vasta, rispetta la linea della Regione Toscana che negli ultimi anni è stata quella della razionalizzazione delle risorse puntando alla riorganizzazione dei servizi ed alla loro efficacia e risponde alla normativa regionale, rientrando nei criteri e nei parametri già a dicembre scorso come previsto dalla legge, cosa che, nello stesso mese, non valeva per Firenze.
Questi i punti della disamina a quattro mani inviata stamani che però nascondono un retroscena fino ad oggi tenuto celato. Dopo un primo incontro poco esaustivo con l’assessore Marroni, i due parlamentari scrivono di aver incontrato il presidente Enrico Rossi prima assieme alle rappresentanze istituzionali a livello locale e in un secondo momento sempre in contatto col Comune. In questa seconda occasione, scrivono i due firmatari, “abbiamo contattato il presidente Rossi, il quale ha confermato che non c’erano decisioni assunte, dandoci la parola di una scelta che si sarebbe basata su criteri oggettivi e quindi che sarebbe andata nella direzione di Pistoia.
Il presidente ci ha anche chiesto di non intervenire pubblicamente perché questo sarebbe stato dannoso per l’esito della vicenda. Ci siamo fidati ed, a fronte di voci che insistenti ci rappresentavano una diversa realtà dei fatti, abbiamo usato senso di responsabilità perché per noi la parola data è come un contratto. Visto che le notizie oggi appaiono più che semplici voci vogliamo confermare, anche a mezzo stampa, che questo territorio è unito su questa vicenda”. Quasi un contratto verbale, secondo i due, che dirigerebbe tutte le scelte verso un’unica possibile scelta: Pistoia. “Questo territorio – si legge a fine comunicato – vuole scelte lineari e spiegabili con criteri oggettivi. Se non dovesse essere così e se queste cose non dovessero essere rispettate, chiederemo conto alla Regione Toscana fino alle estreme conseguenze”.