Pistoia. Stamani la Polizia di Stato di Pistoia, con il coordinamento del Servizio centrale operativo (Sco) e la collaborazione di personale della Squadra mobile di Arezzo e dei Commissariati distaccati di Montecatini Terme e Pescia, ha dato esecuzione a 12 misure cautelari, di cui 8 per custodie in carcere a carico di cittadini albanesi, 1 per custodia in carcere a carico di un cittadino italiano e 3 per gli arresti domiciliari a carico di due cittadini italiani ed una cittadina estone, emesse dal Gip di Pistoia su richiesta del Procuratore della repubblica Giuseppe Grieco, per reati che vanno dal furto in abitazione, alla ricettazione ed al riciclaggio di oro di cui gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo ed in concorso tra loro. Le misure cautelari odierne rappresentano la fase finale di un’attività investigativa iniziata nel mese di maggio dello scorso anno, coordinata sin dalle prime fasi dallo Sco nell’ambito dell’intensificazione delle indagini per il contrasto al fenomeno dei furti e delle rapine in abitazione. Una prima fase si era già conclusa nel mese di luglio con il fermo di 7 cittadini albanesi responsabili di 17 episodi delittuosi (5 furti in abitazione, 10 furti in esercizi commerciali, bar e circoli e 2 furti di autovettura) avvenuti nelle province di Pistoia e Firenze. Durante l’attività di intercettazione telefonica ed ambientale effettuata nell’ambito di tale attività investigativa fu individuato un importante canale di ricettazione degli oggetti preziosi provento di furti in abitazione, canale rappresentato principalmente da due cittadini italiani residenti in Valdinievole. A carico di queste persone, la Squadra mobile ha continuato le indagini attivando una serie di servizi di osservazione con il supporto determinante di attività tecniche come le intercettazioni telefoniche, ambientali e audio/video, collocate con l’ausilio degli esperti dello Servizio centrale operativo di Roma. Sin da subito emergevano gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, indizi che, nel prosieguo delle indagini, si traducevano in veri e propri elementi probatori dei reati di ricettazione e riciclaggio di oggetti preziosi e di furto in abitazione. Si arrivava così a ricostruire i diversi livelli della filiera della ricettazione e del riciclaggio e le responsabilità dei soggetti che la costituivano. Il primo livello era rappresentato da un cittadino italiano artigiano orafo e dalla sua compagna, una cittadina estone, che aveva fatto del suo laboratorio “abusivo” in Valdinievole il centro di riferimento per tutta una serie di soggetti, prevalentemente di etnia rom e di origine albanese, legati al mondo della criminalità delle provincie di Pistoia e Prato, dai quali acquistava oro e preziosi che poi veniva ritirato un altro cittadino italiano il quale, sfruttando la sua attività di libero professionista con licenza di trasporto di preziosi, raccoglieva l’oro proveniente da furti o rapine, da coloro che lo avevano ricettato e lo portava poi a fondere in un centro orafo compiacente di Arezzo, di cui è titolare un altro cittadino italiano. Quest’ultimo costituiva il livello finale della catena della ricettazione che, a questo punto, si tramutava in riciclaggio visto che l’operazione di fusione rendeva definitivamente impossibile l’identificazione della provenienza delittuosa degli oggetti preziosi. Per dare un idea del giro d’affari gestito dagli indagati si pensi che nei tre mesi durante i quali sono state attive le intercettazioni telefoniche ed ambientali è stato possibile monitorare la consegna finale ad Arezzo di 3 chilogrammi di oro e recuperarne altri 3 chili con un sequestro operato a carico dell’artigiano orafo della Valdinievole, tratto anche in arresto in flagranza di reato il 31 agosto 2012 insieme a 3 cittadini albanesi, per un valore di mercato, per il solo oro, pari a oltre 200.000 euro; senza contare i circa 10 chili di pezzi di argenteria, alcuni dei quali di pregio e dal valore non quantificabile. Se si considera che dagli oggetti in oro venivano precedentemente rimosse le pietre preziose che venivano custodite e smerciate a parte, ed i numerosi orologi di pregio sequestrati in una seconda perquisizione operata a carico del rappresentante di preziosi che effettuava i trasporti nell’autunno scorso, il valore di mercato del materiale sequestrato può essere stimato intorno al milione di euro. Alcuni dei monili sequestrati venivano riconosciuti dai legittimi proprietari grazie alla diffusione delle loro foto sul sito internet della Polizia di Stato. E’ stato così possibile ricostruire altri 9 furti in abitazione consumati nelle province di Firenze, Prato, Pistoia, Lucca e Pisa. Tra questi anche quello ai danno della campionessa olimpionica Fiona May alla quale fu riconsegnata la medaglia d’oro dei campionati mondiali di atletica leggera di Edmont del 2001 e numerosi altri preziosi che le erano stati portati via durante un furto nella sua abitazione di Campi Bisenzio. Indicative del livello di professionalità acquisita in questo settore criminoso, sono alcune conversazioni intercettate. In una telefonata, l’artigiano orafo ed un cittadino albanese, si rammaricano perché erano costretti a rimandare i loro “affari” a settembre in quanto nei mesi estivi, per via dell’allungarsi del periodo di luce solare, dovevano ridurre il numero di furti nelle abitazioni.