di Gina Nesti Ci stiamo avvicinando al 21 dicembre, una data funesta secondo l'interpretazione di alcuni appassionati alle profezia dei calendari Maya, che individuarono questa data come il giorno dell'apocalisse, il giorno nel quale l'umanità dovrà affrontare grossi sconvolgimenti climatici che faranno scomparire l'uomo dalla faccia della terra. Da troppi anni se ne parla, milioni di persone hanno seguito trasmissioni, letto libri, cliccato sui motori di ricerca per informarsi sull'argomento. Paura, superstizione o semplicemente fascino ancestrale per quella che fu una delle più avanzate civiltà precolombiane. I Maya vissero nel centro America dove sono numerose le fantastiche testimonianze architettoniche e ingegneristiche che hanno lasciato a dimostrazione della loro grandezza, tra tutte le piramidi nello Yucatan. Ma non solo, questo popolo fu anche esperto di astrologia, realizzò il calendario solare con cui ottenne una precisione superiore a quella nostra. Da dove veniva tanta competenza, chi sono stati veramente i Maya? Come facevano a conoscere alla perfezione l' astrologia? Come facevano a calcolare il procedere degli equinozi che secondo quei calendari il ciclo si si completava in 25625 anni. I Maya avevano tre i calendari: lo Tzolkin, aveva una durata di 260 giorni ed era utilizzato per scegliere lo svolgere delle cerimonie religiose; l'Haab aveva una durata di 365 giorni e svolgeva la stessa funzione del nostro attuale calendario; il calendario del “Lungo computo” veniva usato per cadenzare il tempo della nostra era e aveva una durata di circa 5125 anni. Lo scorrere del tempo per i Maya non era lineare, ma circolare,suddiviso in cicli ed ere. Questo antico popolo riteneva che il cammino della civiltà è periodico e prevedibile di mutamenti climatici e planetari che sono dovuti a particolari configurazioni astronomiche nefaste per l'attività solare, questi mutamenti farebbero da spartiacque tra la fine di un era e l'inizio di un'altra. Secondo il calendario dei Maya l'attuale era ebbe inizio il 13 agosto del 3114 ac e teminerà il 21 dicembre 2012 (un'era ). Sono rimasti ancora pochi giorni per capire quale sarà il cambiamento. Quello climatico è già iniziato da qualche anno e non ci sorprende più: inondazioni, terremoti tsunami e tante altre catastrofi che si abbattono su nostro pianeta. Ma della catastrofe uomo? Siamo noi gli artefici di questo cambiamento? E se l'inizio di una nuova era rendesse l'uomo più spirituale, altruista, più buono, che si accontentasse dell'essenziale, dell'essere al posto dell'avere? Se iniziasse a vedere quali disastri ha causato alla natura. Se cercasse di rimediare, se guardasse con compassione le persone del Terzo mondo (spesso mentre pranziamo o ceniamo vediamo scene terribili alle quali non facciamo più caso) che muoiono di fame, di malattie di fronte alle quali rimaniamo indifferenti. Ma se il 22 ci svegliassimo tutti con una nuova coscienza con umanità? Questo sarebbe il vero sconvolgimento planetario. La natura o l'uomo, quale è la vera forza più distruttiva?