FIRENZE – “Qualcuno ci ha pure dileggiato, ma quello che ha investito la Toscana non è stato un «non evento», ma uno sciame sismico, che è continuato a lungo, ha creato molto spavento, ha provocato danni alle abitazioni private e anche a qualche edificio pubblico. Non è stato un evento catastrofico, ma ha interessato circa 15 mila persone in Lunigiana e altre 7-8 mila in Garfagnana e certo abbiamo fatto bene ad avere letti e tende in abbondanza, ad esserci attrezzati per ogni evenienza, sperando che il peggio non accadesse. “ Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha risposto oggi alle domande dei giornalisti dopo che lo stesso Rossi, durante la giunta della mattinata aveva avvertito che i 5 milioni ipotizzati dal Governo potrebbero non bastare. Intanto nel cratere del terremoto, epicentro di centinaia di scosse nelle ultime settimane e della ripresa violenta di ieri (con due forti scosse), la terra continua a tremare. Anche oggi il bilancio è massiccio: 5 sono state le scosse al di sopra di 2 gradi di magnitudo (una ha toccato i 3 gradi, alle 13.27) e ben 80 le scosse al di sotto de 2° grado. La preoccupazione è dunque più che giustificata. “Avverto lo Stato – ha continuato Rossi – che il colpo le popolazioni di Lunigiana (Fivizzano e altri 3-4 comuni) e Garfagnana (3-4 comuni) lo hanno ricevuto e che in seguito al perdurare delle scosse aumenta il numero degli edifici danneggiati. Da un quadro che ho fatto parlando con i sindaci siamo già a diverse centinaia di abitazioni private e qualche edificio pubblico. Oggi non è ancora possibile fare un conto effettivo, ma certo è che quel conto va fatto e sarebbe una scelta sciagurata se non andassimo a ricostruire meglio di prima. Quando lo sciame sismico sarà terminato – ha proseguito Rossi – dovremo stabilire come rimediare ai danni alle strutture pubbliche e come garantiremo il rientro in case sicure agli sfollati. In altre parole: come li aiuteremo a fare gli interventi necessari sulle abitazioni in modo che tornino ad abitare in case sicure.” Rossi ha poi ricordato che nella zona della Lunigiana e della Garfagnana l’ultimo evento sismico datava 1995. “E’ stato anche grazie agli interventi fatti in seguito a quel terremoto che oggi non abbiamo avuto conseguenze catastrofiche. Allora fu usato il sistema del cofinanziamento, oggi non saprei indicare quale strada percorrere, ma certo non basta il credito di imposta, e qualcosa per aiutare quelle popolazioni andrà fatto. Sempre sperando – ha ribadito – che lo sciame sia finito, ma ricordando anche che già due volte ci eravamo illusi.” Infine Rossi ha concluso ricordando che le zone a più alto rischio sismico in Toscana sono 4: Lunigiana, Garfagnana, Mugello e Valtiberina. “Come ci ha mostrato l’esperienza è importante investire, nel corso degli anni, nella prevenzione del rischio. per questo – ha ribadito – gli interventi che vanno in questa direzione vanno sotratti al patto di stabilità.”