Pistoia. Padre putativo della salsa, il Son nasce a Cuba a partire dal '700; lo strumento base sul quale si sviluppa la melodia è la clave che è anche la “figura ritmica” portante composta da tre battute ravvicinate e due più distanti e quindi più lente. Intorno a questo semplice strumento a percussione (formato da due legnetti cilindici) si snoda la costruzione dell'intera frase musicale.E' un ballo di coppia che nasce nella zona orientale di Cuba,nei dintorni di Santiago, dove si erano insediati i latifondisti francesi fuggiti da Haiti.Quì le melodie della quadriglia di origine europea si mescolano alle percussioni africane.Nei primi anni del 1900, quando Cuba ottiene l' indipendenza dagli spagnoli la repressione ha ancora uno strascico che si manifesta nei confronti della musica, infatti le percussioni vengono proibite nei salotti dell'aristocrazia locale perchè considerati volgari così ecco che nelle campagne ,tra i ceti più bassi ,si sviluppa il son montuno.In occasione di feste campestri, chiamate changuì,nasce questo genere di parodia con testi allusivi basati su episodi di vita reale nei quali viene derisa l'aristocrazia, è una burla in forma musicale con un botta e risposta tra coro e solista che si chiama appunto son montuno. La diffusione del son avvenne attraverso i trovadori, musicisti che giravano Cuba a gruppi di due o tre persone alla volta e gli strumenti con cui suonavano erano il tres, il guiro, il bongo e la marimbula. In seguito i gruppi di musicisti si allargarono e diventarono sextetos, poi septetos e infine conjuntos e vennero aggiunti trumenti come clave, maracas , timbales, congas e poi pianoforti e fiati. I primi strumenti erano davvero rudimentali, il tres per esempio era una cassa di legno dove veniva conservato il baccalà a cui venivano applicato un manico e tre corde ; il guiro invece era il frutto di guira essiccato sul quale venivano praticate delle scanalature che venivano poi sfregate con un legnetto. Nonostante questa vocazione scherzosa e l'origine “povera”,il son esprime una certa eleganza nei movimenti; qui il cavaliere deve fare in modo che la propria dama sia valorizzata e apprezzata, la corteggia con garbo…e così arrivato alla festa di paese attraversando strade polverose e avendo indossato il vestito migliore, si pulirà e le punte delle scarpe strofinandole sul bordo dei pantaloni e userà il cappello a larghe falde per invitare la dama a ballare con lui, si mostrerà un po' guapo e un po' seduttore. Ecco questi sono i gesti tipici del son che ritroviamo anche oggi durante il  ballo e che non sono frutto di invenzioni di qualche famoso maestro di ballo, ma affondano le loro radici nella vita vissuta dai primi ballerini di son. Scuola di ballo Zerozero   3