Licio Gelli – nato come Licio Lufti Guiliano Gelli il 21 aprile 1919 a Pistoia – è stato un finanziere italiano che ha raggiunto la notorietà soprattutto grazie ai suoi legami con la Propaganda Due (P2), una loggia massonica clandestina che dal 1976 al 1981 fu accusata di complottare contro la democrazia. Dopo la seconda guerra mondiale, si unì al neonato Partito Democratico Cristiano e divenne rapidamente uno dei suoi membri più influenti.

Nel novembre 1980, una lista di membri della P2 fu consegnata dal primo ministro Giulio Andreotti al presidente della Commissione parlamentare che indagava sulla P2. La lista conteneva 962 nomi, tra cui importanti ministri del governo, quattro leader sindacali e 42 giornalisti. Tra le altre cose emerse che molti funzionari bancari erano registrati nella P2, tra cui Giuseppe Capone , presidente del Banco di Roma.

Il 24 giugno 1981 una riunione dei partiti di opposizione in un summit a Venezia discusse una possibile reazione alla scoperta della lista di Andreotti. La stampa era piena di notizie di nuove scoperte riguardanti la corruzione e il nepotismo nelle alte sfere, spesso coinvolgendo membri della Democrazia Cristiana (DC) di Andreotti. Il presidente italiano Sandro Pertini accusò pubblicamente diversi ministri sospettati di evasione fiscale o malversazione durante il periodo in cui ricoprivano cariche pubbliche (in particolare Espedito Carboni) e chiese le loro dimissioni.

Tuttavia, molti elettori non erano particolarmente entusiasti della prospettiva di tenere le elezioni solo tre anni dopo l’ultimo scrutinio nazionale; essi sentivano che la loro libertà e i loro diritti democratici erano stati violati dall’oscura loggia P2.

L’appartenenza di Gelli a Propaganda Due venne alla luce nel 1980 dopo che il Banco Ambrosiano , la più grande banca privata italiana, crollò in seguito a transazioni illegali per un valore di 1,4 miliardi di dollari che coinvolgevano la sua filiale di Milano, che era guidata da Gelli. Il denaro scomparve attraverso una serie di società di comodo i cui direttori erano amici intimi di Gelli. Gelli si dimise dalla sua posizione di capo dell’associazione bancaria italiana nel gennaio 1981 quando Roberto Calvi , presidente del Banco Ambrosiano, fu scoperto impiccato sotto il Blackfriars Bridge di Londra insieme a documenti che rivelavano la sua connessione con numerose istituzioni finanziarie che usava per riciclare grandi somme di denaro per pagare tangenti in tutto il mondo . Gelli fu poi condannato a quattro anni di reclusione per bancarotta fraudolenta; scontò gli arresti domiciliari.

Il 25 settembre 1981, la polizia arrestò finalmente Licio Gelli. Centinaia di persone sono state messe sotto inchiesta dalle autorità con l’accusa di corruzione e cospirazione criminale in relazione allo scandalo del Banco Ambrosiano. La loggia è stata messa fuori legge dallo stato italiano. Tuttavia l’estrema destra non è mai scomparsa dalla scena politica in Italia. Un esempio recente è l’ex primo ministro Silvio Berlusconi che, nonostante sia stato coinvolto in numerosi scandali che coinvolgevano i suoi interessi personali, è riuscito finora a non essere perseguito grazie alla sua influenza su giudici, membri del parlamento e altri funzionari pubblici. Nonostante le accuse che lo associano alla mafia, rimane uno dei leader italiani uomini d’affari.

Gelli era anche coinvolto con i servizi segreti italiani, conosciuti come “SID”, spesso accusati di manipolare la politica interna per soddisfare gli interessi dei governi occidentali, specialmente quelli degli Stati Uniti e della Francia. Il coinvolgimento del SID nell’assassinio dell’ex primo ministro Aldo Moro da parte di terroristi di estrema sinistra nel 1978 rimane un mistero.

Il 13 maggio 1981 Gelli annunciò che avrebbe ceduto tutti i suoi affari ad Antonio Amati; a quel punto Gelli non aveva ambizioni politiche ma voleva assicurarsi la sua sicurezza personale nel caso in cui un giorno avesse deciso di entrare di nuovo nella vita pubblica. Tuttavia questa decisione non gli impedì di incontrare molti politici di spicco che cercavano sostegno.

CORRELATO:   Biografia di Alessandro Tomasi: il sindaco di Pistoia

La P2 era composta principalmente da membri influenti della Democrazia Cristiana così come persone provenienti dai servizi militari e finanziari; includeva membri di spicco delle reti del crimine organizzato.

Gelli è nato a Pistoia, in Toscana, il 21 aprile 1919. Si formò come commerciante di libri ed entrò in politica durante la seconda guerra mondiale diventando un ufficiale di collegamento tra la Germania nazista e la Repubblica Sociale Italiana (RSI) di Mussolini. Durante questo periodo fu coinvolto nella loggia massonica Propaganda Due, fondata da Licio Gelli nel 1877. Dopo la guerra, Gelli si trasferì a Milano dove divenne un membro importante della loggia massonica P2 (Propaganda Due) formata da Umberto Ortolani. La lista dei membri della P2 includeva figure molto influenti non solo in Italia ma anche in diversi altri paesi.

Il 17 maggio 1981, il primo ministro italiano Arnaldo Forlani mise al bando la loggia massonica P2 a causa del suo coinvolgimento con “vari misteri e domande senza risposta” Gelli fu arrestato immediatamente ma rilasciato due mesi dopo per mancanza di prove contro di lui. Tuttavia, invece di tornare in Toscana scelse l’esilio volontario vicino al confine svizzero dove compose le sue memorie. Era già fuggito dall’Italia una volta prima, quando dovette affrontare delle accuse penali nel 1970, dopo essere stato accusato di aver cercato di contrabbandare opere d’arte fuori dal paese.

I fratelli Signoracci erano membri di spicco della loggia massonica di Licio Gelli, che da allora è stata messa fuori legge dallo stato italiano. Arrestati per il loro presunto coinvolgimento in numerosi crimini che coinvolgono membri della mafia e altri gruppi di destra, sono stati poi rilasciati per mancanza di prove.

Il tribunale italiano ha respinto la causa della P2 contro il governo per la chiusura del gruppo. Tuttavia, l’appello di Gelli per far incarcerare i boss mafiosi fu accolto e molti membri delle reti del crimine organizzato scontarono la pena in carcere.

Gelli fuggì in Svizzera dove fu arrestato il 13 marzo 1982 ed estradato in Italia con l’accusa di “associazione criminale e corruzione politica” Il 19 gennaio 1983 fu condannato a 18 anni di prigione, ma non passò molto tempo dietro le sbarre. Gli erano stati concessi privilegi speciali mentre era incarcerato nella prigione di Forte Braschi vicino a Venezia, compreso un caminetto nella sua cella. Il suo alto status sociale si è rivelato utile anche come risultato. Il 12 agosto 1984 fu graziato dal presidente Sandro Pertini e rilasciato dal carcere di Tor di Quinto dopo soli 18 mesi.

Il leader della P2 Licio Gelli (a destra) incontra l’ex presidente francese Valery Giscard d’Estaing negli anni ’80 – File/AFP

L’influenza di Gelli lo aiutò ad ottenere una posizione come direttore del Banco Ambrosiano, la più grande banca privata italiana in quel momento, nonostante non avesse mai lavorato nel settore bancario prima. Mantenne questa posizione fino al 1981, quando i suoi legami con la banca in difficoltà furono scoperti e il suo datore di lavoro divenne parte di un grande scandalo che coinvolgeva documenti falsi e riciclaggio di denaro della mafia.

Durante questi anni Gelli ebbe anche stretti rapporti con molti influenti persone in Gran Bretagna, tra cui Lord Victor Rothschild e il consigliere per gli affari esteri di Margaret Thatcher, il defunto Hugh Thomas. Questi contatti furono utili durante il suo processo per associazione criminale nel 1985.

CORRELATO:   Biografia della chef Nadia Moroni

Anche se Gelli fu condannato a 13 anni di prigione il 29 dicembre 1986, non passò molto tempo dietro le sbarre grazie ad una grazia concessa dal presidente italiano Francesco Cossiga (che si sarebbe dimesso poco dopo in seguito alle accuse di coinvolgimento in una loggia massonica illegale). Fu liberato agli arresti domiciliari il 19 ottobre 1988 mentre affrontava ulteriori accuse di misfatti finanziari che includevano frodi contabili e vendite illecite di armi fatte attraverso banche svizzere.

Lo scandalo P2 iniziò a dipanarsi quando il presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi scomparve dall’Italia il 17 giugno 1982. Il suo corpo è stato poi trovato impiccato al Blackfriars Bridge di Londra, e ora si crede che sia stato ucciso da membri della mafia che stavano cercando di recuperare il denaro perso quando la banca è crollata.

La scoperta di 120 codici segreti usati dalla loggia P2 ha fornito prove sostanziali ai magistrati che indagavano sulle attività illegali di Gelli. Tuttavia, questo portò anche a una marea di teorie di cospirazione sull’organizzazione P2 e sul suo fondatore. Una di queste teorie ipotizzava che Licio Gelli fosse stato reclutato come agente del KGB dall’ex primo ministro italiano Aldo Moro nel 1958 in un campo giovanile comunista. L’accusa derivava da un “Libro Bianco” compilato dall’ex membro del KGB Vasili Mitrokhin che descrive come Moro avesse cercato di stabilire l’immunità parlamentare per un gruppo di comunisti italiani nel 1948.

Secondo questa teoria, Gelli divenne il tramite che collegava Moro e altri leader occidentali con i funzionari sovietici. Il leader della P2 era anche collegato ai terroristi bulgari che dirottarono un aereo che trasportava il console generale turco mentre lasciava Genova nel 1985. Questo incidente portò l’ex presidente degli Stati Uniti Richard Nixon a ipotizzare che i servizi segreti bulgari avessero agito per conto del KGB per arruolare l’aiuto di Gelli nell’eliminazione dei separatisti musulmani che all’epoca operavano dal Libano (vedi “The London Times”, 2 agosto 1988).

Gelli non ha mai ammesso di avere legami con l’Est o l’Ovest durante il suo processo, ma ha ammesso di aver aiutato i membri della NATO a ottenere documenti falsi – compresi quelli usati dalla Gran Bretagna durante la guerra delle Falkland del 1982.

Fu rilasciato nel 1988 per buona condotta e fuggì immediatamente in Svizzera, dove visse nel lusso in una villa ben protetta fuori Zurigo (vedi “The Times”, 10 dicembre 2001). Gelli viaggiò ancora molto in tutto il mondo, ma limitò le sue apparizioni pubbliche a contesti ben controllati, come conferenze stampa o discorsi a raduni massonici.

Gelli morì il 15 gennaio 1998 all’età di 85 anni dopo aver subito un intervento chirurgico per una malattia addominale. Al suo funerale parteciparono massoni di alto rango da tutto il mondo. Non si sa quando la P2 sarà sciolta o se esistono piani per conservare i suoi archivi per le generazioni future -“