Renzo Soldani nasce a Catania il 10 agosto 1926 da una famiglia di poche risorse. Infatti, suo padre Mario si guadagnava da vivere vendendo fiori e frutta dalla Sicilia al nord Italia. È la fatica quotidiana che ha dato a Renzo un apprezzamento per la vita e gli ha permesso di entrare in empatia con chiunque abbia sofferto momenti difficili. Era destinato a una vita di scarsa qualità, ma il destino è intervenuto quando ha trovato una bicicletta che si è rivelata “la vera scuola di vita”.
Non passò molto tempo che il giovane Renzo cominciò a mostrare un grande talento come ciclista. All’età di 17 anni vinse la sua prima gara alla Catania-Adrano, arrivando 1° tra gli iscritti locali. A 20 anni aveva vinto il suo nome è stato scelto, dopo solo un anno nella massima serie, per entrare a far parte del gruppo d’elite dei ciclisti italiani che si schierano al Giro d’Italia. Inoltre, Renzo fu chiamato al servizio militare dove servì in Albania sotto il generale Pariani. Rimase nell’esercito fino al 1950 quando la sua carriera sportiva iniziò a decollare.
Dopo aver vinto alcune gare in Italia, Renzo Soldani fece il suo debutto al Giro d’Italia nel 1952. Il giovane siciliano lasciò una buona impressione su tutti i partecipanti alla corsa, con gambe sorprendentemente buone e l’intelligenza di anni di pratica ciclistica. Come ricompensa, vinse due tappe: una tra Cesenatico e Ancona e un’altra a Bologna dopo una fuga con Biagio Cavanna.
Renzo Soldani non era però soddisfatto della sua prestazione al Giro d’Italia. Il suo obiettivo era quello di vincere il campionato del mondo e per questo sapeva di dover diventare subito professionista. Accettò un’offerta da Oscar Egg, manager della squadra svizzera “Toshiba”, ma invece di gareggiare in Svizzera scelse di rimanere vicino a casa, in Italia, sotto la tutela di Zanardo. Fu una specie di azzardo perché quando tornò a casa non c’erano più gare in programma fino ad aprile, quando la stagione italiana sarebbe iniziata con la Milano-San Remo il lunedì di Pasqua, ed è per questo che ci vollero otto mesi prima che Renzo facesse il suo debutto sotto i colori stranieri.
Finalmente Arrivò aprile e Renzo Soldani ebbe la possibilità di mostrare il suo vero valore. In soli tre mesi di preparazione, vinse il Giro di Romandia in Svizzera il 4 giugno 1953, diventando una sensazione immediata negli ambienti del ciclismo. La vittoria fu molto combattuta con attacchi incessanti che terminarono solo quando il ciclista “Toshiba” fece una mossa nell’ultima tappa tra Losanna e Ginevra. Dopo una serie di fughe infruttuose sembrava che Soldani avrebbe perso per pochi metri dopo essere stato raggiunto dietro un gruppo di ciclisti che lottava per il secondo posto contro un altro svizzero, ma Renzo si dimostrò più forte di tutti i suoi rivali e prese quella che è ancora considerata una delle più belle vittorie nella storia del ciclismo italiano
In infatti, quello stesso pomeriggio si concluse il Giro di Romandia e si trovò di nuovo faccia a faccia con i suoi vecchi compagni di squadra del Giro d’Italia. Questa volta però non ci sarebbe stata parità di condizioni per Renzo Soldani: ora era un ciclista professionista che aveva fatto la storia. Era diventato un idolo del ciclismo italiano e insieme a Fausto Coppi e Gino Bartali formavano un triumvirato superiore a tutti gli altri ciclisti.
Il sogno di Renzo Soldani fin dall’infanzia era quello di vincere il campionato del mondo su strada. A quei tempi si svolgeva in Belgio il 14 settembre a Spa-Francorchamps dove i corridori affrontavano alcune delle salite più difficili che si possano immaginare su strette strade locali con quasi nessun asfalto. Eppure Renzo Soldani non è tornato a casa senza una medaglia: il team “Toshiba” ha ottenuto una vittoria incredibile, con lo stesso Renzo al 5° posto nonostante abbia perso contatto con il gruppo di testa sull’ultima salita e abbia quindi dovuto pedalare in cattive condizioni e sotto una pioggia battente.
Renzo Soldani stava diventando un ciclista di fama mondiale, ma sapeva che se voleva vincere grandi corse era necessario pensare oltre lo sforzo individuale sfruttando ogni possibile forma di innovazione tecnica. Cominciò ad allenarsi da solo, sviluppando i suoi metodi di allenamento specifici come il jogging sulla sabbia a 20 km all’ora o la corsa in salita con i pesi; questo lavoro lo rafforzava sia fisicamente che psicologicamente, rendendo .
Il nuovo allenatore di Renzo Soldani era un ex ciclista professionista, Vittorio Seghezzi. Tattico e stratega con una mente molto acuta, capì il potenziale fisico del suo allievo e decise di guidarlo su nuove strade nella corsa ciclistica. I due uomini lavorarono quotidianamente al loro progetto per vincere le grandi corse collegando lunghi periodi ad alta velocità con intervalli di forza che avrebbero permesso a Renzo di essere in piena forma per gli sprint finali.
Il risultato fu spettacolare: Il 15 settembre 1955 a Mendrisio vinsero la cronometro a squadre del Campionato del Mondo con un margine minimo sul Belgio, proprio come avevano fatto quattro anni prima, aggiudicandosi la vittoria a Spa-Francorchamps. Infatti, durante quei quattro anni riuscirono a vincere tutte le gare a cui hanno partecipato: Tre vittorie consecutive al Tour de Romandie (1953, 1954 e 1955), tre Milano-Sanremo (1953 – 2° posto; 1954 – 1° posto; 1955 – secondo posto) e due vittorie al Giro di Lombardia (1954 e 1955).
Il 4 settembre 1959 Renzo Soldani divenne il vincitore del Gran Premio di Zurigo, un’impresa che nessun ciclista italiano era mai riuscito a fare.
Renzo Soldani fu reso famoso dal ciclismo e ben presto si rese conto che la sua immagine poteva aiutarlo ad avere successo in diversi campi: Iniziò a fare il modello per diversi stilisti famosi come Fiorucci o Krizia grazie al suo bell’aspetto. Ha anche recitato in diversi spot pubblicitari e nel 1969 apparve nel film “Camping”, diretto da Dino Risi, interpretando il ruolo di un arrogante ciclista.
Renzo Soldani è stato anche autore di due saggi sul ciclismo: “Il Mestiere dello Spezzare il Ciclo” e “L’Aria che Tira”. Il primo è stato pubblicato nel 1988 mentre il secondo è uscito postumo nel 2001. Sposato due volte con Valeria Marazza, dalla quale ebbe tre figli, Alessandro, Stefano e Paolo, Renzo Soldani morì a 45 anni il 2 marzo 1973 in seguito a un tragico incidente nella sua casa