Secondo il biochimico Statunitense Barry Sears la ZONA è uno stato metabolico in cui l'organismo sta lavorando nel modo più efficiente possibile:si deve considerare il cibo,dice Sears,come un farmaco, da assumersi a giusti dosaggi se si vuole raggiungere l'obbiettivo di uno stato  ottimale. Questa dieta si basa su due principi: riduzione della produzione di insulina (l'ormone che regola il metabolismo degli zuccheri), responsabile della trasformazione dei carboidrati in eccesso in tessuto adiposo; controllo degli eicosanoidi, un gruppo di ormoni che comprende anche i leucotrieni, trombossani e prostaglandine, sostanze coinvolte nei  processi infiammatori. Grazie a questa dieta,secondo gli ideatori, di possono raggiungere diversi obbiettivi: maggior lucidità,migliore concentrazione ed efficienza celebrale, migliore resistenza ai processi infettivi ed alla vasodilatazione. Oltre ovviamente a garantire un ottimale controllo del peso corporeo tale regime alimentare promuoverebbe un deciso miglioramento dell'umore e della qualità del sonno. A lato pratico  si deve calcolare la quantità di proteine da assegnare al soggetto,tenendo conto del peso,età,e soprattutto del tipo di attività fisica praticata. Si calcolano poi i carboidrati per evitare che si scateni un picco di insulina;il rapporto tra proteine e carboidrati deve essere compreso tra 0,6 e 0,8 e poichè il rapporto ottimale proteine/carboidrati deve essere 30/40 i grassi si stimano nel 30%.Il rapporto dei tre nutrienti,carboidrati-proteine-lipidi,deve quindi essere 40-30-30. Al fine di ottenere ottimali quantitativi di macronutrienti (carboidrati,proteine,grassi),Sears indica due sistemi:quello del  palmo della mano e quello dei blocchetti. Il primo, meno preciso ma utile per chi mangia spesso fuori casa, prevede che in tutti i pasti vengano consumate tante proteine  (carne e pesce)contenute nel palmo di una mano (ecludendo le dita). I pasti vanno conclusi con una quantità di frutta pari al doppio del volume del proprio pugno. Per chi non sa rinuciare alla pasta o al pane, si deve ridurre il quantitativo di verdura e sostituire la frutta con una quantità di pasta o pane, pari al volume del proprio pugno. Per il sistema a blocchetti, i tre macronutrienti vengono divisi in blocchi: un blocco di carboidrtai vale 9g di carboidrati,  un blocco di proteine vale 7g di proteine, un blocco di grassi vale 3g di grassi. Questi blocchi rappresentano le percentuali di riferimento dei macronutrienti indicate nella dieta a zona(40-30-30) da assumersi sempre nel rapporto 1:1:1. In pratica per prima cosa si deve calcolare in chilogrammi la propria percentuale di grasso. Si sottrae dal peso del soggetto il peso dei grassi e si ottiene l'ammontare della massa magra mentre la quota proteica da introdurre si ottiene moltiplicando il valore della massa magra in kg per l'indice di attività fisica (le tabelle riportano valori da 1,1 per i sedentari a 2,3 per gli agonisti). Ora si possono calcolare i blocchetti dei macronutrienti; per esempio se la quota proteica calcolata è 140g, dividendolo per 7 ottengo ottengo il numero dei blocchetti di proteine,cioè 20. Dal momento in cui il rapporto tra i blocchetti è 1:1:1 il nostro apporto di macronutrienti giornalieri sarà 20 blocchetti di proteine.20 di grassi,20 di carboidrati ripartiti nella giornata: Colazione 4 blocchetti per ciascun nutriente Spuntino 3 blocchetti  ” ” ”  ”  ”  ”    Pranzo 6 blocchetti     ” ”  ” ” ” ” ” Spuntino 3 blocchetti   ” ” ” ” ” Cena 4 blocchetti         ” ” ” ” Pro e contro Secondo i sostenitori di questa dieta, oltre alla riduzione di peso si otterrebbe un notevole miglioramento delle prestazioni atletiche soprattutto legato all'aumento della massa muscolare;un'azione positiva sul sistema immunitario, ed effetti positivi su malattie quali il diabete l'ipertennsione, l'ipercolesterolemia,l'arterosclerosi e le infiammazioni in genere. Sul fronte delle critiche la Zona è ritenuta una dieta fortemente ipocalorica e la grande variabilità di risposta tra individui alla dieta è   indubbiamente un aspetto limitante e controverso; lo stesso Sears ha tentato di ridurre il problema individuando nella popolazione tre fasce:una normale rispetto alla risposta all'insulina(50%), una lenta (25%) in cui i soggetti possono abbondare in carboidrati senza ingrassare nè entrare nel circolo vizioso della fame continua ed il terzo nel quale la risposta insulinica è esaltata: bastano poche tracce di carboidrati che subito si prende peso. In pratica il 75% della popolazione deve controllare i carboidrati. Un aspetto basilare da criticare nella teoria zonale di Sears è la”demonizzazione” del glicogeno, riserva importante di carboidrati che si trova nei muscoli, fegato, sangue. Prendiamo il caso di uno sportivo; una riserva di carboidrati è indispensabile per lo svolgimento della sua attività  ed il suo organismo può attingerlo dal glucosio circolante nel sangue, dal glicogeno immagazzinato nei muscoli, e da quello contenuto nel fegato. La quantità disponibile dal primo punto è modesta e rapidamente si esaurisce, ed è per questo che l'organismo accumula energia sotto forma di glicogeno. Solo quando le scorte di glicogeno sono alte (soprattutto nel soggetto sedentario) l'azione dell' insulina diventa negativa e da agente energetico diventa agente “ingrassante” e l'eccesso di carboidrati si trasforma in grassi. Tuttavia solo nel sedentario e sovrappeso in cui le riserve di glicogeno sono tante l'insulina trasforma gli zuccheri in grassi. In uno sportivo in cui c'è un buon consumo di energia i carboidrati sono trasformati in scorte. A conferma di ciò è confermato che durante l'attività sportiva, per un buon recupero, si consigliano sempre carbodrati ad alto indice glicemico.Quando invece le scorte sono già buone, vanno bene carboidrati a basso indice glicemico. Dott.Riccardo Spinelli