“Il modo in cui orientate il vostro pensiero, il tipo di atteggiamento che assumete, influenzano sia voi sia il vostro ambiente”. L’affermazione del filosofo giapponese Daisaku Ikeda introduce un argomento con cui la Programmazione neurolinguistica (Pnl) va a nozze. Il focus è infatti un elemento determinante per gestire il proprio stato emotivo. Più precisamente, secondo la Pnl, lo stato è la somma di due fattori: la fisiologia (che comprende la postura, la respirazione e il movimento) e, appunto, il focus. Che, poi, è il “luogo” (punto di vista, atteggiamento o visione) verso cui si rivolge la nostra attenzione. La cosa interessante è che siamo noi a scegliere dove “puntare il binocolo”, focalizzandoci su una cosa piuttosto che un’altra. E’ importante ricordare che cambiando fisiologia e focus mentale, possiamo ottenere il meglio da noi stessi. Ad esempio, quando perseguiamo un obiettivo, possiamo scegliere di rivolgere il nostro focus verso i problemi che si presume incontreremo durante il percorso oppure di dirigerlo verso le possibili soluzioni e la meta. Se il nostro scopo è quello di una perdita di peso, è essenziale focalizzare il risultato, tendendolo ben presente (magari anche attraverso un post-it applicato in una zona strategica della cassa, tipo il frigorifero): il giorno X peserò Y chili. Sbagliato concentrarsi sul processo perché dentro di noi si installerà l’idea della dieta, dei sacrifici e di tutto ciò che ci può “smontare”, facendoci deviare dall’obiettivo. La direzione che noi diamo al nostro focus incide infatti in modo potente sul nostro stato emotivo e sulle azioni che compiamo (e che, necessariamente, sono coerenti con lo stato emotivo che le ha generate). Calza a pennello, in questo caso, la frase attribuita ad Henry Ford: “che tu creda di farcela o di non farcela, avrai comunque ragione”. E’ ovvio che più si riesce a mantenere il focus sulla meta, più sarà facile raggiungerla. Ora, poiché il focus è determinato dalle nostre rappresentazioni interne e dalle nostre convinzioni, per gestirlo al meglio è necessario lavorare su questi due elementi, del primo dei quali (le rappresentazioni interne) si è parlato ampiamente negli articoli pubblicati in precedenza su ReportPistoia. Prendiamo il caso di una relazione sentimentale o di altro genere, che presenta ai nostri occhi delle zone d’ombra e ci crea disagio. Dobbiamo scegliere di gettare luce sulle cose che non vanno bene o su quelle che vanno bene, esaltando, in questo modo, l’uno o l’altro aspetto, a seconda del nostro scopo. Così, per “dimenticare” qualcuno che ci fa soffrire, possiamo decidere di lavorare sulle rappresentazioni interne, sfocandone l’immagine, distorcendola, rimpicciolendola, allontandola e così via. Contemporaneamente possiamo anche fare un elenco scritto, in cui ogni giorno appuntiamo le “cose che non ci piacciono” di quella persona. Rileggerlo sarà interessante! Cambiare le convinzioni limitanti è lo step successivo e ne parleremo in uno dei prossimi articoli, anche se questo tipo di lavoro viene facilitato se fatto insieme ad un coach. Federica Mabellini Nlp Master Pract