La Programmazione neurolinguistica (Pnl) dedica molta attenzione alla comunicazione non verbale, ovvero a ciò che fanno le persone e al modo in cui lo fanno: la mimica facciale, la gestualità, la distanza, la postura, lo sguardo ecc. Che gli occhi siano “lo specchio dell’anima” lo abbiamo sentito dire tutti, almeno una volta nella vita. E, in effetti, lo sguardo fornisce indicazioni molto precise su ciò i nostri interlocutori stanno pensando, ci dice se ci stanno ascoltando, se sono interessati, se sono immersi nei loro ricordi, se sono alle prese con la programmazione di qualcosa ecc. Guardando le persone negli occhi, possiamo  leggerne le emozioni e captare i segnali (feedback) che si stanno mandando. Al tempo stesso,  i nostri occhi sono uno strumento potentissimo  per inviare segnali a chi è di fronte a noi. Guardare negli occhi qualcuno mentre ci sta parlando mostra infatti al nostro interlocutore che “stiamo attenti”, che lo stiamo ascoltando con interesse. Anche guardare il nostro interlocutore mentre siamo noi a parlare produce un analogo effetto positivo: il nostro sguardo indica a chi ci ascolta che stiamo parlando proprio a lui/lei, che lui/lei è al centro della nostra attenzione, che la sua reazione/opinione è importante per noi e anche che siamo sicuri di noi e di ciò che diciamo. Per questo, la prima regola per parlare in pubblico in modo efficace è di mantenere il contatto visivo con l’uditorio (proprio con tutti!). Anche nel caso di un dialogo a due, è altrettanto essenziale guardare negli occhi la persona davanti a noi. Ma attenzione! Non tutti tollerano di essere guardati negli occhi. Ci sono persone che percepiscono uno sguardo diretto come un’invasione di campo o si sentono in qualche modo “aggrediti”. Quindi come fare a mostrare la nostra attenzione senza essere invasivi? Il trucco è semplice. Anziché fissare negli occhi il nostro interlocutore, puntiamo il nostro sguardo sul suo naso e precisamente nel punto dell’attaccatura, in mezzo alle sopracciglia. In questo modo il nostro sguardo andrà leggermente in defocus e, per quanto diretto, sarà meno penetrante, così che la persona non sentirà invasa la propria sfera privata.   Federica Mabellini Nlp Master Pract