Domenica, 14 Luglio 2013 20:07 L’articolo “Pnl, guardami negli occhi (ma  non troppo)” pubblicato la settimana scorsa puntava l’attenzione su risultati che si possono ottenere semplicemente guardando negli occhi i nostri i nostri interlocutori  e spiegava il modo in cui farlo. Questa volta vedremo come gli stessi occhi “parlino” delle nostre emozioni e rivelino la direzione del nostro pensiero. In primo luogo, va ricordato che lo sguardo fornisce indicazioni sulla preferenza sensoriale delle persone, ovvero sul fatto che le persone in questione prediligano interfacciarsi con il mondo attraverso la vista, l’udito o gli altri sensi (si vedano, al proposito, gli articoli pubblicati nei mesi scorsi su ReportPistoia). Mentre i visivi, infatti, tendono a tenere lo sguardo rivolto leggermente verso l’alto, gli auditivi propendono a muovere lateralmente gli occhi e i cinestesici (coloro che prediligono tatto, olfatto, gusto e sono più inclini a seguire le sensazioni) tendono a guardare spesso verso il basso. Al di là di questi indizi, la direzione dello sguardo è strettamente correlata con il nostro pensiero Se di fronte a qualcuno che risponde a delle domande, osserviamo il modo in cui muove gli occhi, possiamo notare che la direzione del suo sguardo cambia a seconda che ricordi qualcosa o che, invece, costruisca qualcosa di immaginario, usando la fantasia. Possiamo fare un test molto semplice per capire il funzionamento dei “movimenti oculari” o, per dirla con il linguaggio della Pnl, dei “Lem” (dall’inglese, lateral eye movement). Per prima cosa possiamo chiedere a qualcuno di che colore è il suo spazzolino da denti: molto probabilmente noteremo che i suoi occhi si muovono (molto spesso solo per una frazione di secondo) in alto alla nostra destra. Se poi gli domandiamo di ricordare un nome, una frase o qualcosa che può aver udito, vedremo che il suo sguardo si dirige ancora a destra, ma ad altezza orecchio. All’opposto, gli occhi si muovono verso sinistra, quando la persona sta costruendo mentalmente qualcosa. Possiamo provare a fargli immaginare come sarebbe la sua cucina con un arredamento diverso e noteremo che lo sguardo tende a volgere in alto a sinistra. Nel caso poi la persona debba costruire o ri-costruire un discorso, dirigerà gli occhi a sinistra altezza orecchio. La differenza di posizione tra ciò che viene ricordato (alla destra di chi osserva) e ciò che invece viene costruito non significa necessariamente che se la persona guarda a destra dice la verità e se guarda a sinistra mente… Si può guardare a destra anche nel caso in cui stiamo ricostruendo un ricordo articolato. Comunque, volendo giocare, possiamo chiedere al nostro interlocutore di raccontare qualcosa di realmente accaduto, poi di raccontare qualcosa di inventato. Noteremo i suoi accessi oculari nelle due diverse situazione e poi gli chiederemo di raccontare qualcosa di inventato o reale, a sua scelta, senza svelarcelo prima. E’ molto probabile che indovineremo se sta dicendo la verità o una bugia. E se gli occhi si muovono verso il basso? Se la direzione è la destra, la persona è immersa in un dialogo interno, mentre se lo sguardo va in basso a sinistra, ci troviamo in presenza di un approccio cinestesico: la persona sta cioè seguendo le proprie sensazioni. In tal caso, inutile cercare di spigargli qualcosa. Non ci ascolterebbe. Federica Mabellini Nlp Master Pract